
Un esemplare di zecca: grazie al cambiamento climatico, la loro stagione si è allungata a tutto l'anno
Trieste, 17 maggio 2025 - Zanzara, zecca o imenotteri come la vespa, ad esempio velutina, specie aliena invasiva che di certo assedia le api? Qual è l'animale più pericoloso per l'uomo? Lo abbiamo chiesto a Nicola Bressi, entomologo di Trieste che ha scoperto nella sua città - anzi, proprio su se stesso - la zecca marginata.
Zanzare e zecche, la classifica del pericolo
Riflette lo scienziato: “La zanzara ti entra in camera da letto, perché una zecca ti attacchi devi andare in natura. La maggiore pericolosità delle zanzare deriva da questo. Volano e sono molto più numerose. Poi, vero, anche le zecche possono portare malattie gravi, più o meno come le zanzare. Che però da predatore e parassita ti entrano in casa, ti pungono mentre dormi o ti inseguono mentre stai lavorando o guidando l'auto. Non esiste nessun altro animale con queste caratteristiche".
Zanzara, l’animale più pericoloso al mondo
"Dunque metterei la zanzara al primo posto nella scala di pericolosità – conclude l’entomologo -. Anche perché l'uomo ne ha provocato l'aumento. Cerchiamo di lottare contro quesati insetti ma in realtà anche in Italia con il nostro inquinamento climatico abbiamo allungato la loro stagione riproduttiva. Con la globalizzazione abbiamo importato almeno tre specie aliene invasive, che prima non c'erano, zanzara tigre, zanzara giapponese e coreana. Terzo motivo, con il nostro degrado urbano e i rifiuti, creiamo ovunque ristagni d'acqua putrida dove solo le zanzare possono andare a vivere. Il mito dello stagno è superato, lì ci sono un sacco di predatori competitori. I focolai sono provocati da questi piccoli depositi”.
Zecche al secondo posto
"Sì, subito dopo le zanzare metterei le zecche – è la classifica di Bressi -, usando il plurale perché le specie sono tante, decine. Anche su piccioni, galline, pipistrelli...".
L'anno scorso ha fatto molto parlare la zecca marginata, specie gigante che punta la vittima e addirittura la insegue. Isolata anche nel Friuli Venezia Giulia. "Si sa che c'è e rimarrà, se il clima non si raffredda", è la sintesi dell'entomologo.
La stagione di zecche e zanzare si è allungata
In modo assolutamente speculare, la stagione di zecche e zanzare si è allungata con il cambiamento climatico. "Non solo, l'altro fenomeno è che le zecche sono salite di quota - mette in guardia Bressi -. Prima in montagna era difficilissimo trovarle, sopra i mille metri praticamente non c'erano. Oggi, invece, le troviamo fino ai duemila metri". E ormai in gran parte d'Italia, è la conclusione dello scienziato, "le zecche sono attive tutto l’anno. Io stesso ormai le ho prese in ogni staigone”.
Lo squilibrio ambientale
L'aumento di questo parassita, ragiona Bressi, "è dovuto anche agli squilibri ambientali. Pesa ad esempio l’eccesso di cinghiali e di cervi. Anche per questo, più lupi ci sono e meno zecche abbiamo. Perché questi predatori si concentrano soprattutto sugli individui deboli e malati, che sono proprio i più attaccati dalle zecche. Vale anche per i serpenti, che mangiano i topi, animale su cui la zecca ha un primo ciclo, e dal quale prende la malattia”. La conclusione: "Più c'è biodiversità, più è difficile che poche specie prendano il sopravvento".