Giovedì 19 Giugno 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Sensi e le due piazze del Pd: "Peccato dividersi: saremo a entrambe"

Il senatore della minoranza riformista: mi rifiuto di credere che il punto sia la condanna all’antisemitismo

Il senatore della minoranza riformista: mi rifiuto di credere che il punto sia la condanna all’antisemitismo

Il senatore della minoranza riformista: mi rifiuto di credere che il punto sia la condanna all’antisemitismo

Senatore Filippo Sensi, due manifestazioni dell’opposizione per la tregua a Gaza, il 6 giugno a Milano, il 7 a Roma non enfatizzano le distinzioni? Che messaggio volete dare come minoranza Pd che, con +Europa, parteciperete a entrambe?

"Sarebbe stata meglio una sola manifestazione che rappresentasse tutte le forze di opposizione che nei giorni scorsi hanno chiesto al governo di riferire su Gaza. C’erano tutte le condizioni. Così non è stato. Ma in questo momento, al di là di ogni distinguo, l’importante era che ci si mobilitasse tutti per il cessate il fuoco. Perciò, come parlamentari, se si deve fare sia a Roma che a Milano, vuol dire che si va a tutte e due".

Eppure trapelano differenze, dal nodo della condanna di Hamas e i rigurgiti di antisemitismo. Possibile che le opposizioni, e non solo, non sappiano circostanziare la necessaria chiarezza?

"Non scherziamo. Non ha senso. Mi rifiuto di pensare che il punto dirimente sia la condanna condivisa da tutti all’antisemitismo. Lo dico per il semplice fatto che nella mozione comune votata dalle opposizioni in Parlamento c’erano richiami espliciti su questo. Quindi, casomai ci fosse chi la blandisce, si tratta di una puntualizzazione priva di senso. Quella del 7 giugno è una mobilitazione insospettabile della benché minima indulgenza verso Hamas: obiettivo comune è il cessate il fuoco a Gaza".

Allora se diretta a costruire un’alternativa perché dividersi?

"Magari un po’ di chimica d’Aula, leader che non erano tutte e tutti presenti insieme, per cui si è verificata questa differenza di perimetri e Calenda e Renzi si sono portati avanti in mancanza di un incontro. Ma non mi pare un vulnus terribile. Non credo che siano manifestazioni divise da qualche aspetto dirimente. Lo sforzo che dobbiamo fare tutti, e che cerchiamo di fare coi colleghi presenti a entrambi gli appuntamenti, è costruire ponti. Una fatica improntata anzitutto a più ascolto, pazienza, dialogo e diretta a costruire un’alternativa. Come esponente del Pd sono impegnato a sostenere la manifestazione promossa dal partito e anche tutte le altre che affermano le stesse cose, insieme alle forze che sono impegnate con noi nella costruzione dell’alternativa".

A maggior ragione, perché l’area riformista e quella maggioritaria non si sono intese su un’iniziativa unitaria?

"Va chiesto a loro. Penso banalmente che non si siano trovati. Ma mi rifiuto di pensare che ci possano essere distinguo sulla questione indiscutibile dell’antisemitismo e la condanna verso Hamas".

Eppure 20 mesi di inerzia non sono il segno di una latenza da parte della politica?

"Se dobbiamo parlare di mancanza d’iniziativa, bisogna guardare anzitutto al governo: a chi, pur da media potenza come l’Italia, avrebbe gli strumenti d’iniziativa e in questi mesi è sembrata balbettare. Tanto più dopo l’elezione di Trump, che ha scombussolato lo schema di Giorgia Meloni e la sua ‘narrazione’ di mediatrice tra europeismo e euro-atlantismo filo americano. Il governo è stato il primo incapace di iniziativa".

OSZAR »