Giovedì 19 Giugno 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Trump gela l’Europa sui dazi: “Non offre accordi equi, pagherà”

Il presidente americano minaccia ancora una volta l’Unione: “Dovrete sborsare cifre enormi”. Le borse del Continente chiudono tutte in rosso. Senza intesa, tariffe al 50% a partire dal 9 luglio

Trump gela l’Europa sui dazi: “Non offre accordi equi, pagherà”

Roma, 18 giugno 2025 – Doveva essere la notte dell’intesa o, quantomeno, la notte del chiarimento in vista di un approdo comune sui dazi. E, invece, Donald Trump, l’altra notte, non solo ha lasciato a sorpresa e in anticipo il G7 in Canada, non facendo mancare una raffica di accuse a Emmanuel Macron, ma ha gelato tutte le attese e le indiscrezioni favorevoli che erano circolate sulla possibilità di una via d’uscita dallo scontro tariffario Europa-Usa. Nessun passo avanti, dunque. E, anzi, il rilancio del presidente americano in vista della scadenza della oratoria il 9 luglio. L’Ue “per il momento” – ha avvisato il tycoon – non sta offrendo un “accordo equo” sui dazi, ha detto a bordo dell’Air Force One rientrando negli Stati Uniti. “O troviamo una buona intesa o pagheranno qualsiasi cifra”, ha incalzato, rilanciando la vecchia sua tesi secondo cui l’Ue è stata creata per “danneggiare gli Stati Uniti sul piano commerciale”.

A791BD2B104E89532F06EAF0CE06DD8A-97409721
La foto di gruppo del G7

E questo mentre il petrolio e il gas si impennano decisi con l’intensificarsi degli attacchi fra Iran e Israele. In calo invece le borse che guardano con preoccupazione al Medio Oriente e all’avvicinarsi della scadenza di luglio imposta da Trump per gli accordi sui dazi. Mentre le quotazioni del greggio Wti avanzano di quasi il 3% e il gas archivia la seduta in rialzo ad Amsterdam sopra i 39 euro, le piazze finanziarie del Vecchio Continente chiudono tutte in rosso, con Milano che arretra dell’1,36%. Wall Street contiene le perdite sotto lo 0,50% ma il nervosismo fra gli investitori è evidente.

Il nodo dazi si fa di nuovo avviluppato. Eppure, almeno l’incontro non scontato con Ursula von der Leyen a margine dei lavori del G7 c’è stato. E al termine del faccia a faccia la presidente della Commissione europea ha riferito che con Trump è stato deciso di chiedere ai rispettivi team “di accelerare il lavoro per raggiungere un accordo equo e giusto”. L’amministrazione Usa è frustrata da tempo dalla lentezza con cui si muove l’Europa e più volte ha denunciato che la mancanza di un interlocutore unico rende le trattative complicate. A Bruxelles si continua però a lavorare a testa bassa per portare a casa il risultato ed evitare che i dazi universali del 10% balzino al 50% qualora non fosse raggiunta un’intesa. In caso di mancato accordo, comunque, l’Europa si riserva il diritto di usare il suo bazooka per colpire gli Stati Uniti. Con Trump rientrato d’urgenza a Washington, a fare le sue veci al G7 è stato il segretario al Tesoro Scott Bessent, il negotiator-in-chief sui dazi. Dopo aver chiuso l’intesa quadro con la Cina, Bessent ha preso in mano gli altri dossier e lavora per cercare di chiudere accordi con i principali partner entro luglio, quando scade la pausa decisa dal presidente.

La tabella di marcia delle possibili intese resta fitta. Trump ha finalizzato l’intesa con il Regno Unito, ma all’appello mancano tutti gli altri maggiori partner commerciali, non solo l’Ue. Con la Cina è stato raggiunto solo un accordo quadro per l’applicazione della tregua siglata nelle scorse settimane a Ginevra per la riduzione dei dazi del 115%. Nulla di fatto neanche con il Giappone: i negoziati proseguono dietro le quinte ma le divergenze, secondo indiscrezioni, restano ampie. A complicare le trattative americane sono, secondo gli osservatori, i cambi di posizione di Trump che affida al suo social Truth la comunicazione della maggior parte delle sue politiche, spiazzando in molti casi i suoi interlocutori che si sentono sulle montagne russe.

OSZAR »