
La gente si riunisce per assistere agli incontri di wrestling locali al festival Shalamar a Kandahar
Se anche un gioco può spaventare il regime più fondamentalista che ci sia... Succede in Afghanistan dove con l’ascesa dei talebani al potere sono calate le tenebre: sui diritti, le donne e ora anche su torre e cavallo. Scacco matto agli scacchi. Il gioco, tra i più antichi al mondo, nato in India nel VI secolo d.C., è bandito. Il motivo? Lo dice il governo: giocare a scacchi è come giocare d’azzardo, vìola la moralità. Tutto in base a una legge approvata lo scorso anno, senza bisogno di tante alzate di mano: quella sulla diffusione della virtù e la prevenzione del vizio.
Ma chi conosce le regole degli scacchi può confermare che scacchiera e pedoni con scommesse e denaro nulla hanno a che fare. Giocare a scacchi significa darsi tempo per valutare la mossa migliore, pensare e riflettere su come mettere in difficoltà l’avversario e pensare e riflettere su come – chi siede di fronte – risponderà. Allenare la mente e sentirsi vivi è ciò che il regime teme, ovvero un popolo pensante e critico. Ma dalle tenebre di Kabul neanche questo timido raggio di luce filtrerà più.