Lunedì 19 Maggio 2025
LORENZO MORONI
Esteri

Perché il regime ha paura degli scacchi

Il gioco vietato in Afghanistan

La gente si riunisce per assistere agli incontri di wrestling locali al festival Shalamar a Kandahar

La gente si riunisce per assistere agli incontri di wrestling locali al festival Shalamar a Kandahar

Se anche un gioco può spaventare il regime più fondamentalista che ci sia... Succede in Afghanistan dove con l’ascesa dei talebani al potere sono calate le tenebre: sui diritti, le donne e ora anche su torre e cavallo. Scacco matto agli scacchi. Il gioco, tra i più antichi al mondo, nato in India nel VI secolo d.C., è bandito. Il motivo? Lo dice il governo: giocare a scacchi è come giocare d’azzardo, vìola la moralità. Tutto in base a una legge approvata lo scorso anno, senza bisogno di tante alzate di mano: quella sulla diffusione della virtù e la prevenzione del vizio.

Ma chi conosce le regole degli scacchi può confermare che scacchiera e pedoni con scommesse e denaro nulla hanno a che fare. Giocare a scacchi significa darsi tempo per valutare la mossa migliore, pensare e riflettere su come mettere in difficoltà l’avversario e pensare e riflettere su come – chi siede di fronte – risponderà. Allenare la mente e sentirsi vivi è ciò che il regime teme, ovvero un popolo pensante e critico. Ma dalle tenebre di Kabul neanche questo timido raggio di luce filtrerà più.

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