Giovedì 12 Giugno 2025
REDAZIONE ESTERI

Padre Dall’Oglio forse morto, “il corpo ritrovato in una fossa comune in Siria”. Vicario apostolico di Aleppo: "Ucciso il 22 aprile 2014 dall'Isis”

La notizia diffusa dal settimanale Oggi e rilanciata dai media siriani. Il nunzio apostolico a Damasco: “Non abbiamo informazioni precise”. Francesca Dall’Oglio: “Cadavere con vestiti religiosi, mio fratello era in abiti civili”. Il vescovo di Aleppo: “Non ci sono certezze” e su Rai3 svela: “Ucciso dall’Isis nel 2024”

Padre Paolo Dall’Oglio (Foto di Gaia Roschilde)

Padre Paolo Dall’Oglio (Foto di Gaia Roschilde)

Roma, 3 giugno – Giallo attorno alla presunta morte di padre Paolo Dall’Oglio. Il suo corpo sarebbe stato ritrovato in una fossa comune non lontano da Raqqa, in Siria. Ne dà notizia per primo il settimanale Oggi, che avrebbe ricevuto l’informazione dal vescovo di Qamishlie nel Nord del Paese. Il periodico scrive di aver avuto conferme del ritrovamento dei resti di un uomo in abiti religiosi dal nunzio apostolico a Damasco, il cardinal Mario Zenari che ha spiegato come le informazioni a disposizione siano ancora vaghe: "Sono stato informato ieri sera", ha dichiarato l’ambasciatore della Santa Sede a Oggi, "le indicazioni sulla località del ritrovamento e sull’identificazione di padre Paolo non sono ancora precise. Abbiamo contattato i gesuiti presenti sul territorio ma non siamo ancora riusciti ad avere conferma".

La notizia circola anche sui media siriani. Secondo la radio FM AI-Balad il luogo del ritrovamento sarebbe il cimitero di Furusiyya a Raqqa. "Una commissione specializzata di Qamishli è giunta a Raqqa e ha proceduto all'esumazione del corpo – spiega l’emittente – , un'azione che potrebbe porre fine al mistero che circonda la sorte di Padre Paolo negli ultimi anni".

Padre Dall’Oglio era scomparso il 29 luglio 2013 nel Nord della Siria, in un territorio ai tempi sotto l’occupazione dello Stato Islamico. Si era recato in quella zona per trattare la la liberazione di alcuni ostaggi. Il sacerdote gesuita oggi avrebbe 70 anni. 

I dubbi della sorella, verifiche dei Ros

Non crede che il corpo ritrovato sia quello del fratello Francesca Dall’Oglio. “In questi anni ci sono state spesso fake news, questa per me non è una notizia vera", ha detto a Rainews 24. "Si parla di un corpo con abiti religiosi ma mio fratello aveva abiti civili", ha aggiunto, spiegando che non ci sarà nessuna spedizione in Siria da parte della famiglia. Anche il vescovo di Aleppo Hanna Jallouf ha predicato cautela: "Non c'è alcuna certezza" che i resti ritrovati a Raqqa siano di Padre Dall’Oglio, ha spiegato (Intervistato su Rai3 poi svelerà: Dall’Oglio ucciso dall’Isis nel 2024).

Jallouf ha mostrato sconforto perché ''non c'è stata accortezza, nella diffusione della notizia, né per la famiglia, né per l'ordine gesuita. Non sappiamo chi ha messo in giro questa informazione''. Nel ricordare Dall'Oglio, ''preghiamo perché venga alla luce la verità su di lui'', il vescovo di Aleppo ha sorriso: ''hanno trovato un corpo in abiti religiosi? Lui non li ha mai indossati''. 

Al momento, anche alla procura di Roma "non risulta" che il corpo del sacerdote sia stato ritrovato. I magistrati hanno delegato i carabinieri del Ros  per cercare riscontri sul ritrovamento: gli accertamenti sono in corso. Il gip della Capitale nel 2023 - dopo la richiesta dei pm -, ha archiviato l'indagine avviata nel 2013.

Padre Paolo Dall'Oglio
Padre Paolo Dall'Oglio

Jallouf: "Padre Dall'Oglio ucciso il 22 aprile 2014 dall'Isis"

"Ho saputo che padre Dall'Oglio è stato ucciso in questa data: 22 aprile 2014. Quello che ho saputo è che lui è stato liquidato dall'Isis quando è entrato a Raqqa, voleva passare dalle parti del governo (nelle zone controllate dal governo di Assad, ndr)", è la rivelazione di padre Hanna Jallouf vicario apostolico di Aleppo e guida dei cattolici di rito latino in Siria, intervistato da Marco Damilano in onda nella puntata di questa sera de 'Il cavallo e la torre' alle 20.40 su Rai3. "Almeno da quello che ho saputo - ha proseguito il vicario apostolico di Aleppo - c'è stato un litigio tra padre Dall'Oglio e il capo del posto di blocco dove voleva passare. Lui era molto determinato e quando hanno capito che era un cristiano, Paolo ha risposto: 'ma tu cosa ne sai del Corano, io lo so meglio di te'; 'meglio di me no! ora ti faccio vedere'. Quando hanno saputo chi era dopo che lo avevano liquidato, hanno deciso di portarlo via e di seppellirlo". Damilano allora ha chiesto dei nove mesi che separano la data della sua scomparsa, il 29 luglio 2013, da quella della presunta uccisione rivelata da padre Jallouf. Il vicario apostolico di Aleppo spiega: "In quel periodo non avevo contatti con lui e non sapevo dove si trovava perché lui stava in Kurdistan. Dai curdi lui ha tentato più volte di entrare in Siria nella parte controllata dal governo ma non ci è riuscito anzi è stato espulso dalla Siria, dal governo sai, in questo caso entrare è più difficile e anche pericoloso, io penso che per questo lui non ha dato più notizie". Alla domanda su chi ha avvisato della morte di padre Dall'Oglio, il vicario apostolico di Aleppo spiega di averlo detto al nunzio apostolico in Siria. Mario Zenari: "Il nunzio io l'ho avvisato nel 2022, la prima volta che l'ho incontrato dopo che sono uscito dalla parte controllata dai ribelli". E alla domanda di Damilano su che cosa abbia risposto, Jallouf dice: "non poteva togliere la speranza ai suoi familiari".

Chi è padre Dall’Oglio

Una vita intera dedicata a costruire ponti tra cristiani e musulmani, divenendo un simbolo di speranza in una Siria dilaniata dalla guerra. Questo è padre Paolo Dall’Oglio. La notizia della sua presunta morte non arriva certo come un fulmine a ciel sereno. Per anni si è temuto il tragico epilogo e si è cercato di far luce sulla sua sorte, dal quel fatidico 29 luglio 2013, giorno in cui si erano perse le sue tracce a Raqqa. Aveva 59 anni all'epoca della scomparsa.

Nato a Roma il 17 novembre 1954, Dall'Oglio entra nella Compagnia di Gesù nel 1975. Nel 1982, un viaggio in Siria gli cambia la vita. Due anni dopo, ridà nuova linfa al monastero di Deir Mar Musa al-Habashi, un antico edificio siriaco, trasformandolo in un faro di ecumenismo e dialogo islamico-cristiano.

Per quasi trent'anni, padre Paolo vive tra quelle mura, imparando l'arabo, abbracciando la cultura locale e tessendo legami profondi basati sul rispetto reciproco. Non è solo un monaco, ma un convinto sostenitore di un Islam aperto al confronto e un severo critico degli estremismi.

L'escalation del conflitto siriano nel 2011 mette a dura prova la sua missione. Dall'Oglio non può ignorare la sofferenza del popolo siriano. Prende una posizione chiara, sostenendo la richiesta di democrazia e denunciando la brutale repressione del regime di Bashar al-Assad, pur mantenendo sempre una ferma condanna della violenza e delle derive radicali. Questa sua posizione, tanto coraggiosa quanto scomoda per diverse fazioni, lo rende una figura di riferimento internazionale, ma anche un obiettivo.

Nel giugno 2012, le autorità siriane lo espellono dal paese. Nonostante ciò, il suo impegno per la Siria non viene meno. Padre Paolo non si arrende e torna clandestinamente nel Paese nel luglio 2013, con l'intento di incontrare le parti in conflitto, comprese le fazioni ribelli, in un disperato tentativo di aprire un canale di dialogo.

È a Raqqa, città all'epoca sotto il controllo di gruppi jihadisti, che il suo percorso si interrompe. Improvvisamente e misteriosamente. Il 29 luglio 2013, il sacerdote gesuita entra in città e scompare senza un perché. Di lui non si hanno più notizie. Negli anni si fanno largo ipotesi di rapimento da parte di gruppi estremisti o di morte negli scontri. Nonostante gli appelli globali e le incessanti ricerche, la verità sulla sua fine non è mai stata chiarita.

OSZAR »